Esplorando l'Io

  1. #5 La discesa nell'asocialità

    Quest'oggi mi sono recato a fare qualche acquisto per il mio guardaroba. Anche un asociale deve adempiere a questa incombenza.
    Da perfetto asociale, non avendo nessuno che mi accompagnasse, sono venute con me mia madre e mia zia.
    Sulla macchina mi sono beccato una ramanzina da parte di mia madre, se così si può definire un'osservazione di rimprovero fatta a un trentenne indipendente. Sostiene che io, rispetto a mio fratello, sono un <<cane solo>> che non ha mai fatto nulla per avere dei rapporti sociali solidi, ma soltanto inventato talmente tante scuse da allontanare chiunque. Ehi, ha ragione, certo, ma evidentemente non si rende conto che l'asocialità richiede parecchia organizzazione, è come un secondo lavoro a tempo pieno, h 24.

    Solitudine durante la scuola media
    Insomma, se qualcuno è arrivato a leggere qualche frammento di questi ricordi confusi, non si stupirà di certo sapendo che durante le scuole medie ero totalmente privo di contatti, io stesso li schivavo.
    Avendo fatto esperienza del bullismo, preferivo tenermi ben lontano da chiunque, con l'unico obiettivo di evitare guai.
    Sarebbe stato meglio reagire subito, prima che il ruolo di vittima sfigata mi si cucisse addosso come un vestito realizzato dal miglior sarto. Piangevo molto, venivo costantemente minacciato. A quei tempi, quasi tutte le mattine prima di entrare a scuola, portavo con me della cioccolata che distribuivo in classe. Lo vedevo come un trucco per frenare la volontà di violenza dei miei nemici. A volte funzionava, ma non è che mi abbia risparmiato molti traumi fisici e psicologici. Bastava che l'insegnante si assentasse per breve tempo, che io mi ritrovavo a prendere pugni o schiaffi. Ero talmente abituato che nemmeno li sentivo più, al punto che davvero, con il senno di poi, avrei dovuto ribellarmi subito.
    Una sola volta, durante le scuole medie, andai ad un camposcuola con gli altri. Fu terribile: senza alcun motivo, e davanti a studenti anche di altre classi, ricevetti anche lì la mia dose di umiliazioni quotidiane che mi servirono a pensar bene nelle volte successive. E così non partecipai più ad alcun camposcuola, nessuna gita. Fui io a ritrarmi da tutto.

    L'ultimo festeggiamento
    L'ultima volta che festeggiai qualcosa, avevo circa 12 o 13 anni. Era un compleanno, durante le scuole medie, nel quale invitai una decina di persone, tra cui il capo dei miei bulli. Era pura diplomazia, una strategia finalizzata a dimostrare amicizia per evitare problemi futuri.
    La festa fu abbastanza un disastro, quei dieci scalmanati, incapaci anche di rimanere seduti educatamente, non solo si fecero notare, ma successivamente vollero andare a...

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    Last Post by AnonimoBianco il 30 Mar. 2024
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